INVENICEMENT TIME MACHINE – CRISTINA LEONTE

Per il nostro consueto ciclo di interviste ho avuto la possibilità di intervistare Cristina Leonte, Data Engineer in TripActions, una start-up della Silicon Valley dagli enormi margini di crescita. Un ambiente dinamico, in continua evoluzione. E in un generale contesto di continuo cambiamento, si tratta di una esperienza che potrebbe diventare sempre più comune per molti dei nostri soci in futuro.

Come sei entrata in contatto con Invenicement? E di cosa ti occupavi nel team?

Parte del board del 2016-2017, sono entrata nel Club come Corporate Relations Manager.

Invenicement è uno dei motivi che mi aveva spinto ad iscrivermi alla magistrale in Economics and Finance presso Ca’ Foscari, ancora indecisa se proseguire presso l’Università degli Studi di Padova o spostarmi altrove. Spinta dalla curiosità e voglia di esplorare, avevo contattato i membri del board

per cercare di capire meglio quale fosse l’effettivo portafoglio di attività e come avrei potuto impattare positivamente. Un anno dopo, eccomi a dirigere la mia prima vera iniziativa: Invenicement Case Competition. Tre le aziende ospitate (KPMG, Azimut, Edison) con i loro corrispettivi case studies e premio finale dato da uno stage offerto ai vincitori. Un buon modo per entrare in contatto con il mondo del lavoro prima della fine del percorso universitario.

A seguito della tua esperienza in Invenicement e finiti gli studi, che strada hai deciso di intraprendere?

Invenicement è stata una finestra fondamentale dalla quale ho avuto modo di osservare e capire diverse realtà lavorative: fondamentale per capire cosa volessi, capire che strada seguire. Con Invenicement si ha modo di entrare in contatto con un pool di esperti, docenti e professionisti, riuscendo a farmi una idea più chiara di come fosse la vita post università, oltre ai banchi di San Giobbe. Terminati gli studi a Ca’ Foscari sono stata selezionata per uno stage presso la Banca Centrale Europea nel dipartimento di statistica. Terminato lo stage, ho deciso di rimanere un ulteriore anno al fine di consolidare il mio bagaglio tecnico in ambito big data management. Ad oggi, ho trovato la mia strada come Data Engineer presso TripActions, una società della Silicon Valley. Una strada iniziata grazie a Invenicement, ben 5 anni fa.

Pro e contro di intraprendere una carriera in una start-up?

TripActions è una start-up, se così la possiamo ancora definire, che conta più di 1000 dipendenti nonostante sia stata fondata solo 5 anni fa. Da Data Engineer, lavorare in una società così giovane ha i suoi pro e contro. Tra i pro, la trasparenza. Si ha piena consapevolezza delle priorità, dei progetti in corso, delle debolezze e dei punti di forza. Il CEO comunica con tutti noi una volta a settimana. L’ambiente è meritocratico: quando qualcuno porta a termine un progetto lo si presenta all’intero dipartimento e si vedono riconosciuti i propri meriti. Inoltre, la serenità e lo sviluppo personale sono privilegiati: i capi a diversi livelli organizzano regolarmente sessioni per assicurarsi che stia andando tutto bene e per aiutarti a crescere. Ed i colleghi sono molto competenti, collaborativi e amichevoli. Tra i contro metterei proprio la dinamicità: un ambiente in continua evoluzione, dove quello che è prioritario oggi domani potrebbe essere cestinato. Ma questo è compensato dal bagaglio di conoscenze che cresce di giorno in giorno.

Come è vivere ad Amsterdam? Possiamo definirla la Silicon Valley europea?

Amsterdam è un vero gioiellino, sia in periferia che in centro. Una città piena di opportunità e di attività per tutti i gusti. Conoscere persone è molto facile, ed è una città giovanile. Il centro business è Amsterdam Zuid (a soli 7 minuti in treno dall’aeroporto). Chi vive vicino ad un aeroporto in Italia, potrebbe persino considerare l’opzione del rientro a casa nell’weekend. In ogni caso lo smart-working viene incoraggiato e utilizzato da tutti.

Penso in realtà ogni paese abbia almeno un polo start-up – anche Berlino è una culla in questo senso, per esempio. In Italia abbiamo H-Farm, noto in tutta Europa. In generale le start-up estere preferiscono Amsterdam per il trattamento fiscale privilegiato. E non solo capitale fisico ma anche umano, con politiche basate su una tassazione super agevolata dei redditi personali. Un vantaggio bilaterale di successo.

Come pensi Invenicement ti abbia aiutato nei vari step professionali e in generale ad affrontare varie sfide professionali cui ti sei trovata di fronte?

Invenicement mi ha dato modo di mettermi alla prova con la gestione di un progetto ambizioso, che mi permettesse di ampliare conoscenze tecniche e conoscere al meglio realtà professionali.

Grazie ad Invenicement sono arrivata alla fine del mio percorso accademico convinta di come avrei voluto continuare la mia carriera, forte delle competenze nel mio bagaglio personale. Ma Invenicement è molto di più di questo. Ho conosciuto persone eccezionali, con cui sono rimasta in contatto e con cui ho il piacere di confrontarmi costantemente anche ad oggi!

Cosa ti sentiresti di consigliare ai nostri associati presenti e futuri?

Siate curiosi e investite su voi stessi!

Accumulate competenze tecniche e relazionali. Siate curiosi e cercate di scoprire voi stessi, ciò che vi piace e ciò che potrebbe stimolare meno il vostro interesse.

Che abbiate un’idea che vorreste veder realizzata o che vogliate semplicemente partecipare alle attività, Invenicement è una grandissima opportunità per tutti. Lo è stata anche per me!

Saranno queste le chiavi per essere pronti ad affrontare una strada di successo nel mondo del lavoro.

Matteo Mamprin

Invenicement Time Machine – Andrea Calabrò

Riguardando la sezione dei vari team del nostro sito non si può fare a meno di vedere visi sorridenti, volti di ragazzi che nel loro piccolo hanno cercato di raccontare una loro piccola storia, dare il loro contributo a creare e far crescere questa associazione. Ma da dove tutto è partito?

Per il nostro ciclo di interviste questa volta siamo andati direttamente alle radici, andando ad intervistare uno dei founder di Invenicement. Si tratta di Andrea Calabrò, adesso a Londra come Senior Associate nel team Growth Equity Investing per General Atlantic.

Siamo una realtà più grande di quella di qualche anno fa. Sono state sviluppate idee e realizzati nuovi progetti. Ma da dove è nata Invenicement? Cosa pensavate quando avete lanciato questa associazione?

Il mondo universitario associativo è sempre stato molto più sviluppato nella realtà anglosassone rispetto a quella italiana. Una vera mancanza nel sistema educativo italiano e nello sviluppo personale degli studenti. Il nostro campus per esempio proponeva attività / iniziative tematiche ma senza offrire il supporto di un’organizzazione dedicata e c’era quindi poca possibilità per gli studenti di mettersi in gioco in prima persona. Durante il mio ultimo anno di triennale decido assieme a due altri amici e colleghi (Alessandro e Luca) di lanciare il primo club dedicato alla finanza: da tre Paesi differenti (Inghilterra, Turchia, Cina), telematicamente, lanciamo Invenicement. Di grande importanza è stato il supporto istituzionale fin da subito del rettore Carraro, della professoressa Billio, e dell’associazione Alumni Ca’ Foscari che ci hanno supportato con entusiasmo.

E il vostro obiettivo più nel lungo termine? Come poteva questa associazione “fare la differenza”?

Invenicement è stata vista fin da subito come un’ottima opportunità di crescita personale con ottica lavorativa, permettendo di ampliare il proprio network, conoscenze e di farsi notare dalle aziende. Invenicement nella nostra testa era il tragetto tra il mondo accademico e quello professionale in quanto l’uno non avrebbe senso di esistere senza l’altro. E’ molto bello vedere come gran parte (quasi tutti?) degli Alumni Ca’ Foscari attualmente attivi nel mondo della finanza (Italia, Europa, US) siano passati tra le fila di Invenicement – è un segnale molto chiaro per i nuovi associati che sognano di lavorare in Finanza: get involved!

Penso che questo effetto moltiplicativo sia destinato a migliorare sempre di più grazie ad un network più ampio e focalizzato sulla Finanza: spero che tutti gli Alumni Invenicement dedichino parte del proprio tempo nell’aiutare e nel guidare le nuove “matricole” nel loro percorso professionale. La cosa più importante per il futuro di Invenicement, e anche in generale, è il give back – questa era la nostra long term vision.

Ma tornando a te, lasciato Ca’ Foscari cosa hai fatto? Come sei arrivato dove ti trovi ora?

Dopo il mio anno di Erasmus a Warwick tramite Ca’ Foscari, mi sono iscritto ad un master alla London School of Economics con un term Kellogg School of Management di Chicago. In una classe della Business School scopro il mondo del Private Equity e, sotto consiglio della mia professoressa, mi oriento professionalmente verso il mondo del M&A. Inizio con un Off-Cycle Internship in JP Morgan a Milano per poi spostarmi a Londra dopo due anni. Pochi mesi dopo essere arrivato a Londra mi sposto finalmente in General Atlantic, dove mi trovo ora.

Sono quindi anni che vivi nella capitale della finanza europea. Cosa ti ha attirato da subito di questa città?

Londra è la piazza finanziaria d’eccellenza in Europa: al centro del mercato per i servizi finanziari e con una grande esposizione globale. Fare parte di un team multiculturale è la prassi, anche se gli italiani sono molti. In generale, penso sia più importante il ruolo, le responsabilità e la curva di apprendimento della propria professione piuttosto che il luogo geografico per-se’.

E cosa ti senti di dire o consigliare a tutti gli associati e membri presenti e futuri del club?

Invenicement è un toolbox dal quale ogni studente può usare gli strumenti per creare delle opportunità. Si tratta di approcciare l’associazione con spirito imprenditoriale, lasciare il segno. Spero Invenicement sia uno stimolo per cercare di raggiungere ciò che si vuole senza aspettare che cada dal cielo – penso che l’università (intesa come percorso di formazione personale) non possa e non debba essere solo libri.

Matteo Mamprin

Invenicement Time Machine – Mirko Cauci

Talvolta è importante capire il passato per poter comprendere il futuro. Quale membro di Invenicement, mi sono negli ultimi mesi chiesto cosa effettivamente fosse Invenicement, quali vantaggi potesse darmi, e forse il modo migliore per farlo è uno sguardo al passato per vedere chi mi ha preceduto. Ed è proprio dagli ex executive che voglio partire, per capire come questa associazione abbia effettivamente impattato sul piano personale questi ex studenti ora professionisti affermati. In questo viaggio li intervisterò per voi, per cercare di capire come vivere al meglio Invenicement alla ricerca di una chiave di lettura di questa esperienza da chi ci è già passato.

Oggi è il turno di Mirko Cauci, ex activity coordinator, membro attivo del board nel 2015-2016, oggi parte dell’Internal Strategy Consulting team in BNP Paribas a New York.

Penso una domanda spontanea sia un po’ quale fosse il tuo ruolo, in una Invenicement meno strutturata, in un ambiente tutto da costruire. Di cosa ti occupavi di preciso? In cosa consisteva il tuo ruolo?

In una Invenicement ancora giovane, ad appena tre anni dalla fondazione, l’ambiente era molto imprenditoriale, e punto focale sono state le idee e la loro esecuzione. Quale activity coordinator, ho avuto modo di porre le basi per la crescita dell’INVEF, nonché dare sviluppo attivo ad alcune delle attività che caratterizzano il club oggi: il programma VMI, oggi una realtà consolidata, assieme al format della Case Competition, sempre più diffuso in tutti gli ambienti accademici delle università più prestigiose.

E dopo Ca’ Foscari ed Invenicement? Come sei finito dall’altra parte dell’Atlantico?

In realtà un po’ per caso, ancora molto indeciso su dove continuare gli studi. Alla ricerca di un master all’estero, ho ottenuto una borsa di studio all’Università di Rochester, nello stato di New York. Un grande dubbio era la scelta tra il mondo del business e della finanza, tematiche che anche grazie ad Invenicement avevo potuto approfondire. Di certo ciò mi ha aiutato molto ad inserirmi nella posizione in cui mi trovo ora in BNP, potendo seguire vari progetti in crescita ed efficiency. Grazie al mio background in Finance, , ho la possibilità di seguire agevolmente lavoro dal carattere più quantitativo. Ho trovato un ottimo mix tra i due ambienti in cui volevo lavorare, Management Consulting e i servizi finanziari.

E cosa pensi Invenicement ti abbia dato come plus da spendere nel mercato del lavoro?

Quale executive, in una realtà all’epoca del tutto nuova nel panorama italiano, con un nome da far conoscere, sicuramente ho potuto sviluppare capacità imprenditoriali, di project management e networking, essenziali ed altamente richieste nel mercato del lavoro. Da socio, dopo una esperienza in Australia, Paese caratterizzato da una diversa impronta nel vivere la vita universitaria, maggiormente inclusiva e partecipativa, ho avuto modo di capire l’importanza della connessione con il mondo del lavoro, per capire cosa fare al termine degli studi. Se l’università deve aiutarci nel capire in che direzione andare, Invenicement può essere uno degli strumenti con cui mettere in pratica il nostro percorso.

Un italiano a New York, cosa si prova a vivere nella capitale mondiale della finanza? Pro e contro della decisione di restare lì?

Di New York ne fai ciò che vuoi. Una città immensa, un mercato finanziario interconnesso con tutti i centri di business mondiali. Tra i pro direi la dimensione di tutto, tantissime opportunità professionali per chi sa cogliere, crescita e competizione che spingono le imprese ad adattarsi per attrarre talenti del mondo all’interno del loro business. Indubbiamente tra i contro i costi, molto elevati rispetto agli standard europei. Inoltre, bisogna imparare a navigare il “troppo”: la enorme quantità di opportunità, talvolta non così facili da interpretare, richiedono diligenza e selezione. Non sempre una grande offerta è sinonimo di qualità, e la mancanza di guide nel prendere decisioni può risultare disorientante.


Proviamo allora ad immergerci in una giornata tipo a New York. Come la descriveresti?

La giornata tipo in Management Consulting non esiste: il le mie mansioni dipendono dal tipo di progetto e dalla fase o workstream in cui sto lavorando. In generale, le “macro-tipologie” di lavoro sono tre: meeting (interni al team o con clienti e management), analisi di dati interni o di mercato, e creazione di presentazioni. Da analyst, il primo step subito dopo gli studi, la maggior parte del tempo è spesa ad analizzare dati e note traendone conclusioni per il progetto, e rifinire presentazioni. Nel mio ruolo di associate, lo step successivo, spendo molto più tempo a concepire ipotesi per la risoluzione di parte del mio progetto, progettare storie e presentazioni per il management, revisionare il lavoro degli analysts, e gestire meeting. Nel mio ruolo, lavoro in media 60-65 ore alla settimana, iniziando solitamente alle 9am e finendo in tempi variabili – a volte alle 7pm, a volte dopo cena. Raramente lavoro il weekend. L’omologo consulente esterno ha un carico simile ma con l’aggiunto fardello di viaggiare, e meno flessibilità. I miei colleghi in investment banking invece, lavorano dalle 11am all’una di notte, quasi ogni giorno.

Ti senti di dare qualche consiglio ai nostri associati in procinto di entrare nel mondo del lavoro?

Invenicement può essere un buon trampolino di lancio, per valorizzare il talento e capire quali siano le passioni sulle quali ci si voglia focalizzare. Un problema comune tra molti studenti è capire cosa si voglia fare dopo gli studi, quali siano le varie opportunità offerte dal mondo accademico e del lavoro. Grazie alle numerose attività, laboratori e incontri proposti, gli associati hanno la possibilità di chiarirsi le idee ed essere in prima linea nello sviluppo della propria carriera. In mondi competitivi come la consulenza e il banking, è essenziale essere consapevole del cosa si voglia fare per seguire il percorso più ideale.

Matteo Mamprin