Talvolta è importante capire il passato per poter comprendere il futuro. Quale membro di Invenicement, mi sono negli ultimi mesi chiesto cosa effettivamente fosse Invenicement, quali vantaggi potesse darmi, e forse il modo migliore per farlo è uno sguardo al passato per vedere chi mi ha preceduto. Ed è proprio dagli ex executive che voglio partire, per capire come questa associazione abbia effettivamente impattato sul piano personale questi ex studenti ora professionisti affermati. In questo viaggio li intervisterò per voi, per cercare di capire come vivere al meglio Invenicement alla ricerca di una chiave di lettura di questa esperienza da chi ci è già passato.
Oggi è il turno di Mirko Cauci, ex activity coordinator, membro attivo del board nel 2015-2016, oggi parte dell’Internal Strategy Consulting team in BNP Paribas a New York.
Penso una domanda spontanea sia un po’ quale fosse il tuo ruolo, in una Invenicement meno strutturata, in un ambiente tutto da costruire. Di cosa ti occupavi di preciso? In cosa consisteva il tuo ruolo?
In una Invenicement ancora giovane, ad appena tre anni dalla fondazione, l’ambiente era molto imprenditoriale, e punto focale sono state le idee e la loro esecuzione. Quale activity coordinator, ho avuto modo di porre le basi per la crescita dell’INVEF, nonché dare sviluppo attivo ad alcune delle attività che caratterizzano il club oggi: il programma VMI, oggi una realtà consolidata, assieme al format della Case Competition, sempre più diffuso in tutti gli ambienti accademici delle università più prestigiose.
E dopo Ca’ Foscari ed Invenicement? Come sei finito dall’altra parte dell’Atlantico?
In realtà un po’ per caso, ancora molto indeciso su dove continuare gli studi. Alla ricerca di un master all’estero, ho ottenuto una borsa di studio all’Università di Rochester, nello stato di New York. Un grande dubbio era la scelta tra il mondo del business e della finanza, tematiche che anche grazie ad Invenicement avevo potuto approfondire. Di certo ciò mi ha aiutato molto ad inserirmi nella posizione in cui mi trovo ora in BNP, potendo seguire vari progetti in crescita ed efficiency. Grazie al mio background in Finance, , ho la possibilità di seguire agevolmente lavoro dal carattere più quantitativo. Ho trovato un ottimo mix tra i due ambienti in cui volevo lavorare, Management Consulting e i servizi finanziari.
E cosa pensi Invenicement ti abbia dato come plus da spendere nel mercato del lavoro?
Quale executive, in una realtà all’epoca del tutto nuova nel panorama italiano, con un nome da far conoscere, sicuramente ho potuto sviluppare capacità imprenditoriali, di project management e networking, essenziali ed altamente richieste nel mercato del lavoro. Da socio, dopo una esperienza in Australia, Paese caratterizzato da una diversa impronta nel vivere la vita universitaria, maggiormente inclusiva e partecipativa, ho avuto modo di capire l’importanza della connessione con il mondo del lavoro, per capire cosa fare al termine degli studi. Se l’università deve aiutarci nel capire in che direzione andare, Invenicement può essere uno degli strumenti con cui mettere in pratica il nostro percorso.
Un italiano a New York, cosa si prova a vivere nella capitale mondiale della finanza? Pro e contro della decisione di restare lì?
Di New York ne fai ciò che vuoi. Una città immensa, un mercato finanziario interconnesso con tutti i centri di business mondiali. Tra i pro direi la dimensione di tutto, tantissime opportunità professionali per chi sa cogliere, crescita e competizione che spingono le imprese ad adattarsi per attrarre talenti del mondo all’interno del loro business. Indubbiamente tra i contro i costi, molto elevati rispetto agli standard europei. Inoltre, bisogna imparare a navigare il “troppo”: la enorme quantità di opportunità, talvolta non così facili da interpretare, richiedono diligenza e selezione. Non sempre una grande offerta è sinonimo di qualità, e la mancanza di guide nel prendere decisioni può risultare disorientante.
Proviamo allora ad immergerci in una giornata tipo a New York. Come la descriveresti?
La giornata tipo in Management Consulting non esiste: il le mie mansioni dipendono dal tipo di progetto e dalla fase o workstream in cui sto lavorando. In generale, le “macro-tipologie” di lavoro sono tre: meeting (interni al team o con clienti e management), analisi di dati interni o di mercato, e creazione di presentazioni. Da analyst, il primo step subito dopo gli studi, la maggior parte del tempo è spesa ad analizzare dati e note traendone conclusioni per il progetto, e rifinire presentazioni. Nel mio ruolo di associate, lo step successivo, spendo molto più tempo a concepire ipotesi per la risoluzione di parte del mio progetto, progettare storie e presentazioni per il management, revisionare il lavoro degli analysts, e gestire meeting. Nel mio ruolo, lavoro in media 60-65 ore alla settimana, iniziando solitamente alle 9am e finendo in tempi variabili – a volte alle 7pm, a volte dopo cena. Raramente lavoro il weekend. L’omologo consulente esterno ha un carico simile ma con l’aggiunto fardello di viaggiare, e meno flessibilità. I miei colleghi in investment banking invece, lavorano dalle 11am all’una di notte, quasi ogni giorno.
Ti senti di dare qualche consiglio ai nostri associati in procinto di entrare nel mondo del lavoro?
Invenicement può essere un buon trampolino di lancio, per valorizzare il talento e capire quali siano le passioni sulle quali ci si voglia focalizzare. Un problema comune tra molti studenti è capire cosa si voglia fare dopo gli studi, quali siano le varie opportunità offerte dal mondo accademico e del lavoro. Grazie alle numerose attività, laboratori e incontri proposti, gli associati hanno la possibilità di chiarirsi le idee ed essere in prima linea nello sviluppo della propria carriera. In mondi competitivi come la consulenza e il banking, è essenziale essere consapevole del cosa si voglia fare per seguire il percorso più ideale.
Matteo Mamprin