Consultique e il nuovo mondo della consulenza finanziaria indipendente

Hai mai pensato di diventare un consulente finanziario, senza però dover lavorare in banca?

Giulia Armellini e Giuseppe Romano di Consultique – ospiti per un webinar organizzato con loro da Invenicement – ci svelano che la consulenza finanziaria indipendente è un mercato in crescita nel panorama italiano.

La consulenza finanziaria in banca

Fino ad oggi il sistema finanziario italiano è rimasto, per così dire, “bancocentrico”: quando si vuole fare un investimento, che sia piccolo o grande, ci si rivolge ad una banca, presso la quale lavora un consulente iscritto all’albo. Il consulente ci mostrerà le varie opzioni e ci indicherà quale può essere la più adatta alle nostre esigenze, con il fine di farci acquistare un prodotto finanziario della banca a cui fa riferimento.

Il servizio è generalmente gratuito, perché il consulente è pagato dall’ente bancario a cui fa riferimento, anche se, per quanto riguarda gli investimenti più sostanziosi, spesso ci si ritrovano spese di commissione annue molto alte, che possono essere equiparate ad una vera e propria parcellizzazione. In più, vi è un chiaro conflitto d’interessi: il consulente agirà in modo tale da avvantaggiare l’istituto bancario in cui lavora, dal momento che offrirà al cliente un ventaglio di opzioni limitato a quello che la propria banca può offrire.

I consulenti finanziari indipendenti

In alternativa a questo sistema, che rischia di danneggiare chi vuole investire il capitale, si sta affermando una nuova figura: quella del consulente indipendente. Già presente ed affermato nel mercato americano e in quello del Regno Unito, ha cominciato a diffondersi con più ritardo anche in Italia, dove solo due anni fa ne è stato istituzionalizzato l’albo. Si stratta di una figura professionale totalmente indipendente da banche o altri enti commerciali, che ha un proprio studio al pari di altri liberi professionisti – come il commercialista o l’avvocato – e che viene retribuito tramite parcella. Infatti, diversamente dai consulenti che si trovano in banca, il loro scopo non è quello di vendere specifici prodotti finanziari (in modo da generarne ricavo), ma quello di accompagnare il cliente nella gestione del suo patrimonio attraverso analisi accurate e indicazioni su misura delle proprie necessità.

Cosa fa Consultique?

Consultique – società di consulenza finanziaria indipendente – si occupa, tra le altre cose, di formare questo tipo di figure professionali che sono sempre più in aumento e di condurre analisi che possano essere messe al servizio di questo lavoro. È una possibilità lavorativa particolarmente indicata per quei giovani che vorrebbero occuparsi di consulenza finanziaria, senza però rinunciare alla libertà di poter gestire i propri clienti in autonomia. Per intraprendere questa carriera – consiglia Giulia Armellini – è consigliabile fare esperienza sul campo, prima di aprire uno studio proprio. Per fosse deciso in questa direzione, Consultique organizza un Master Executive in Consulenza e Pianificazione Finanziaria Indipendente, che sostituisce un percorso completo alla professione. È diviso in quattro moduli: due riguardano gli strumenti finanziari, mentre gli altri due sono relativi al financial planning. Il master occupa tre giornate al mese per quattro mesi ed è tenuto in live streaming, favorendo così chi vuole impegnarsi anche in ambito strettamente lavorativo. Gli insegnanti sono consulenti Consultique, ovvero professionisti che praticano quest’attività da tempo e hanno esperienza diretta nella gestione dei clienti. Ad iscriversi a questi corsi sono spesso professionisti già avviati che vogliono dare un taglio diverso alla propria carriera, ma il master non vuole essere solo questo: la partecipazione delle nuove leve della finanza è ampiamente favorita, grazie al 50% di sconto che si può ottenere sulla retta del master se si hanno meno di 30 anni.

Per avere un assaggio di questo percorso formativo o anche solo per saperne di più sul mondo della finanza in generale puoi cliccare qui ed avere accesso a moltissimi contenuti, da veri e propri webinar a interviste ed eventi.

Caffé con il Manager – Deloitte

Lo scorso giovedì il team eventi di Invenicement ha organizzato il primo Caffè con il Manager di questo semestre, portandoci alla scoperta di Deloitte attraverso le parole di due ex-cafoscarini, Nicola Milella e Sonia Andrigo.

Si tratta di una delle cosiddette Big Four (le principali società di consulenza a livello internazionale) che conta migliaia di dipendenti ed è presente in 150 paesi nel mondo. Si contraddistingue per la dinamicità interna, la gender ratio molto vicina al 50% e per il fatto che più della metà dei dipendenti hanno un’età inferiore ai trent’anni.

Sia Nicola che Sonia sono entrati in Deloitte subito dopo aver terminato il loro percorso di studi con un doppio diploma all’estero: l’esperienza di studio in un paese straniero non è essenziale, ma sicuramente fa acquisire punti al curriculum, soprattutto perché aiuta a sviluppare skills linguistiche in inglese. “Sponsorizzo sempre l’esperienza all’estero, al di là della finalità professionale, è qualcosa che ti fa crescere a livello personale, a me ha cambiato la vita” ci confida inoltre Sonia.

Lei, appena assunta, ha lavorato inizialmente come consultant per un progetto relativo alle normative per l’evasione fiscale, per poi cambiare ad una posizione più manageriale nell’ambito degli accordi di Basilea: “la mia esperienza è indice del fatto che è possibile muoversi in vari ambiti anche una volta entrati, anzi sono molto attenti alle tue esigenze professionali e ai tuoi desideri”.

Nicola invece si occupa dello sviluppo di modelli per la valutazione del rischio di credito; “appena entrato, vieni subito catapultato nel mondo del lavoro e responsabilizzato, cominci da subito a seguire in autonomia i tuoi progetti e ti interfacci direttamente con i clienti” racconta riguardo alla sua esperienza.

Raccontano che per entrare in Deloitte – con cui sono entrati in contatto proprio grazie ai Career Days di Ca’ Foscari – si devono generalmente superare due tipi di selezioni: la prima consiste in una prova individuale e scritta di logica e cultura generale, seguita da un assessment centre, che consente ai recruiter di capire la tua personalità; la seconda parte invece, a cui puo accedere solo chi ha superato la prima, è un vero e proprio colloquio, dove cercano di capire come ti poni di fronte alle situazioni di difficoltà e come te la cavi. “Non è tanto importante se sai la risposta, ma come ti poni di fronte alla risposta che non sai” rivela Sonia.

In generale, il loro consiglio è di buttarsi: l’importante è l’approccio che si ha, più che ciò che c’è scritto sulla carta, “se pensate di poter dare il giusto apporto a quel lavoro, allora fatelo capire, fatevi valere” consiglia Sonia. “Solitamente le offerte di lavoro hanno standard abbastanza alti, quindi non sentitevi intimiditi se non soddisfate proprio tutti i requisiti: non è detto nemmeno che esista la persona perfetta per quella posizione, quindi, se l’offerta vi piace, candidatevi, al limite perdete il tempo dell’application” spiega Nicola.

Essenziale per entrare in una società di questo tipo è sicuramente la laurea magistrale, anche il voto conta molto. Le esperienze di stage in questo ambito lavorativo non sono essenziali per essere presi in considerazione, ma, a parità di curriculum possono sicuramente aiutare.

Non è necessaria invece una specializzazione tecnica – al di là ovviamente delle hard skills di base – perché molto si acquisisce lavorando.

Le conoscenze acquisite durante l’università sono molto importanti: per la posizione ricoperta da Nicola, per esempio, le conoscenze di programmazione e di statistica sono fondamentali, mentre per Sonia, anche se non le applica direttamente, sono comunque utili per muoversi agevolmente sul lavoro; tuttavia ci si trova in un processo di continuo apprendimento, che porta a specializzarsi nel proprio ambito mano a mano che ci si lavora.

Il consiglio che entrambi danno a chiunque voglia intraprendere questo percorso è quello di abituarsi ad uscire dalla propria zona di confort, imparare a fronteggiare le difficoltà e i problemi inaspettati, insomma: a saper trovare una risposta affidabile anche quando una risposta, in prima battuta, non la si ha.