Invenicement Time Machine – Federica Marcon

Continua il nostro giro di interviste con Invenicement Time Machine. In questo percorso alla scoperta del passato di Invenicement, ho iniziato a fare questa serie di interviste agli ex executive in giro per il mondo, per sentire di prima mano dove fossero finiti e se Invenicement avesse per loro fatto la differenza. E chissà che un giorno non tocchi a me stare dall’altra parte del microfono:)

Oggi è il turno di Federica, oggi nel team di Data Production del Direttorato di Statistica alla Banca Centrale Europea, in passato parte del team incaricato ad organizzare l’INVEF, evento cardine dell’associazione. Con un passato in giro per l’Europa, vediamo come questa ex collega è riuscita ad approdare in una istituzione così prestigiosa.

Vorrei innanzitutto partire da capire bene di cosa ti occupavi ad Invenicement. Come ci sei arrivata? Da dove ti è venuta l’idea di candidarti a membro attivo del club?

Tutto parte dal mio percorso magistrale. Studentessa del programma QEM, decisa ad approfondire l’aspetto quantitativo della macroeconomia parto per Barcellona per un semestre. All’Autonoma di Barcellona ho avuto la fortuna di trovarmi in un contesto internazionale fatto di persone con background diversi e un bagaglio di esperienze fantastiche in giro per il mondo. Un bagno di umiltà al quale devo davvero molto. Capisco che lo studio da solo non era sufficiente e che era il momento di mettermi in gioco. La voglia e la volontà di fare “di più” mi spinge ad avvicinarmi ad esperienze extra curriculari come Invenicement e un’altra associazione della quale faccio ancora parte, Global Shapers Venice.

Un percorso che a quanto ho capito ti ha portato a trasferirti un po’ prima di approdare a Francoforte.

Già a partire dal primo anno di specialistica ho intrapreso la prima esperienza di lavoro all’estero, in Polonia per Unilever nell’hub europeo di supply chain. A Katowice, una città piena di aziende internazionali, ho trovato un ambiente stimolante pieno di expat. Una bella opportunità di poter sperimentare e mettermi in gioco. Vedere come un gruppo di tali dimensioni è in grado di gestire la logistica è un aspetto spesso sottovalutato ma molto utile per comprendere il funzionamento di una multinazionale e le sue scelte strategiche. Ma in realtà, una volta terminata l’esperienza, ero abbastanza sicura di non continuare la mia carriera nel settore dei beni di consumo.

E invece?

E invece il mondo ti sorprende sempre e al termine degli studi ho iniziato a lavorare per Procter&Gamble a Roma. Come Business Analyst, il mio ruolo era l’analisi di big data per orientare le scelte strategiche di mercato. Una esperienza straordinaria, una vera e propria scuola di management, che mi ha permesso di entrare in contatto con tematiche attualissime quali il machine learning, per capire ad esempio le strategie di pricing e discounting dei prodotti. Nel frattempo, avevo anche fatto application per la BCE a Francoforte, per il direttorato di statistica. Ed eccomi qui oggi.

E in tutto questo percorso la tua esperienza in Invenicement come ti ha aiutato? Pensi possa fare davvero “la differenza”?

L’università da tantissime opportunità di viaggiare e crescere personalmente: avere diverse città nel cuore e nella mente e persone speciali con la quale ho condiviso momenti importanti della mia vita è qualcosa per cui sarò sempre grata ai miei anni universitari. Lo stesso posso dire di Invenicement, che mi ha dato la possibilità di creare nuovi contatti, aprirmi a nuove idee, ampliare la mia visione della realtà. Ho avuto modo di costruire amicizie, conoscere persone con cui condividere idee e pensieri oltre alla mera attività di Invenicement e con cui nonostante la distanza riesco ancora ad incontrarmi in giro per il mondo e restare in contatto. Le principali skills che ho migliorato grazie a Invenicement sono sicuramente la capacità di gestire la comunicazione non solo internamente ma anche con interlocutori esterni, riuscendo a costruire rapporti con studenti, professori e possibili ospiti per i nostri eventi, il team working e il time management, tutte ottime carte che mi sono poi state utili in seguito nel mondo del lavoro.

Ma parlaci anche di Francoforte sul Meno. Come ti trovi lì? Com’è la vita da italiana in Germania?

Potrei fare un sacco di battute sulla qualità del caffè e sul meteo, ma in realtà la città è davvero un posto vivibilissimo e a misura d’uomo. Ben collegata con il resto d’Europa, servita da un ottimo aeroporto, con tantissimi eventi e parchi, è un ottimo luogo in cui vivere e lavorare. In generale la BCE è una vera e propria isola felice, con numerosi benefit per i dipendenti. Se non si parla tedesco nessun problema. Alla BCE l’inglese è la lingua che serve, mentre se si lavora in altri contesti come per esempio la consulenza o a contatto con il pubblico sapere la lingua diventa importante.

Hai un pensiero per concludere la nostra intervista? Qualche consiglio per i nostri associati?

Non arrendetevi, siate curiosi e circondatevi di persone molto più brave di voi. Ad esempio, io ho deciso di iniziare il percorso magistrale in economia quantitativa per migliorare in materie come matematica, statistica ed econometria che avevo fino a quel momento approcciato con scarsi risultati perché non mi sentivo portata. Ho deciso di cambiare decisamente approccio: non senza una buona dose di studio e sacrificio sono riuscita ad affrontarle e, alla fine sono diventate una mia grande passione. È stata una bella sfida, ma senza dubbio una delle cose di cui vado più fiera. Non abbiate paura di sbagliare, è ancora il modo più efficace per imparare e scoprire cosa potete e dovete migliorare. E Invenicement è un ottimo punto di partenza per questo percorso.

Matteo Mamprin

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