Effetto WOW – Quando radio e tecnologia si uniscono

Una compagna che non ci lascia mai. Che ha accompagnato e accompagna generazioni ovunque, a casa, in auto o a lavoro. Chiunque ne ha un ricordo particolare e speciale. La radio resta ancora oggi punto di riferimento per milioni di ascoltatori nel mondo e più di 100 anni non sono bastati a mandarla in pensione, capace di numeri da capogiro anche tra le generazioni dei più giovani. Ma qual è il segreto di questo successo centenario? Come riuscire a mantenere il ruolo di regina dei mass media anche nel pieno della rivoluzione tecnologica in corso, facendola mantenere un business in continua evoluzione e di grande interesse?

Ne parliamo con Stefano Mattara, direttore artistico di Radio WOW, il player più giovane del gruppo Spheraholding, tra i principali gruppi del settore in Italia.

Una radio giovane e in pieno sviluppo. Come vi ponete in termini di crescita e coinvolgimento degli ascoltatori? Come espandere il numero di ascoltatori date le limitazioni fisiche dell’FM?

Nella fase di lancio ritengo sia giusto porsi obiettivi ambiziosi. Ci poniamo come una radio con target i millennial, alla ricerca delle ultime tendenze nel mondo musicale dance, pop ed elettronico. Coinvolgere l’ascoltatore non è facile, e il nostro personale approccio si basa su due aree principali, quasi come se ci fossero due radio parallele: una radio di contenuti, fatta di persone dietro ad un microfono per creare una connessione con l’ascoltatore e una radio fatta di musica di tendenza. Possiamo contare già oggi su una grande copertura sull’FM: dal lago di Garda fino a Trieste, da Trento fino alle porte di Bologna, un risultato di eccellenza per una radio nata appena 5 mesi fa. Il limite fisico FM in realtà viene superato dal digitale DAB. Si tratta di un sistema simile a quello visto con l’avvento del digitale terrestre per la televisione, che ci permetterà un aumento esponenziale del raggio di azione della radio, arrivando ad estenderci in tutta Italia.

Mi pare di capire che la tecnologia sia un elemento fondamentale nella radio oggi. Come riesce un media da molti visto come tradizionale a restare ancora oggi sulla cresta dell’onda?

La tecnologia è uno strumento ESSENZIALE nella radio oggigiorno. Abbiamo la fortuna di essere parte di una struttura solida e forte di decenni di esperienza quale Radio Company e in generale il gruppo Spheraholding, il quale ci dà accesso ad una piattaforma tecnologica e di R&D eccezionale. Per farti un esempio, in un momento delicato come quello in cui viviamo oggi il 90% delle trasmissioni va in onda da remoto anche rispetto alla stessa stazione radio. Io stesso riesco a lavorare alla diretta da casa, così come una ragazza che trasmette da Milano e un’altra da Verona. Molte delle tecnologie adottate oggi sono state sviluppate internamente o per il nostro gruppo, diventando poi standard per molti altri player del mercato radiofonico italiano.

E quale ruolo rivestono i social network nel processo di fidelizzazione dell’ascoltatore per voi? Come riescono le tecnologie ad aiutarvi a clusterizzare la clientela?

I social network sono uno strumento indispensabile ad oggi per a nostra radio. La nostra campagna promozionale di lancio si è basata al 90% sulla presenza sui social media, tra Instagram e Facebook a fare da padroni. Il restante 10% lo abbiamo dedicato alla promozione di persona, con la selezione di importanti locali ed eventi partner in tutto il nord Italia. Indubbiamente parte del nostro successo è dovuto ad una campagna promozionale ben gestita. Relativamente all’analisi degli ascoltatori, per il digitale gli strumenti di analytics di Google e Facebook sono i partner principali di ogni attività legata al digitale, radio inclusa. Per gli ascolti FM ci si deve affidare a tecniche più tradizionali basate su campionature effettuate da aziende esterne via telefonica, la cui affidabilità in alcuni casi può essere discutibile.

E come riuscire a gestire la transizione digitale, restando al passo coi tempi in una generazione dove la radio viene a scontrarsi con Apple Car Play o Spotify?

La transizione digitale per una radio giovane come la nostra è una sfida e una grossa opportunità. Siamo una radio nativa digitale, che da un servizio in realtà diverso da quello di Spotify o altri strumenti di streaming musicale. Chi sceglie la radio non sceglie soltanto di ascoltare musica, selezionata e mixata al momento. Sceglie notizie in tempo reale, gossip, sceglie la simpatia del conduttore e i contenuti originali per coinvolgere l’ascoltatore. Nessun programma di streaming o registrato ti potrà dare la stessa compagnia di una voce di uno speaker radiofonico. E i dati sono dalla nostra: a fronte di un generale calo di ascolti a livello internazionale per la Tv tradizionale, i dati del radiofonico sono invece in fortissima crescita. La radio la ascolti ovunque e facendo qualsiasi attività, la TV subisce la pesante concorrenza dello streaming di film e serie tv. In realtà la tecnologia ci viene in aiuto. Con la possibilità di sincronizzare il telefono con Apple Car Play o Android Auto, il sistema sync ti fa utilizzare molte delle app che hai anche sul telefono. La quale può essere Spotify ma anche una app per l’ascolto della radio in streaming digitale.

Guerrilla marketing: pro o contro?

Assolutamente pro. Per il lancio abbiamo puntato  sulla provocazione: 24 ore ininterrotte della stessa canzone. Il risultato? Tag su Instagram, ascolti decollati, gente che accendeva la radio appositamente per capire cosa stesse succedendo. CI ha aiutato con la copertura su diverse testate giornalistiche, e con questo a diffondere sempre più il nostro brand. Ci vuole coraggio, ma sono sistemi di comunicazione super efficaci e danno risultati tangibili in brevissimi tempi. Per me, più se ne fanno, meglio è.

Un settore in costante evoluzione. E quali potrebbero essere le nuove frontiere della radio, come continuare a restare attuali in un mondo sempre pronto a stravolgersi?

Il futuro delle radio è nei podcast e nel creare contenuti di qualità. Lavoro nel mondo della radio da 27 anni e da ben 27 anni mi sento dire il mio mestiere sparirà. Io penso la radio non morirà mai, anche in un periodo così delicato e difficile come quello che stiamo vivendo queste settimane la radio rappresenta il compagno più immediato e di conforto, con contenuti originali e forse più leggeri, necessari per dare forza al Paese. Ritengo inoltre il passaggio alla DAB e allo streaming online radiofonico vada a rompere il paradigma della territorialità. Si diventa nazionali, si entra a competere in settori differenti, e la chiave per emergere sarà quella di continuare a proporre contenuti interessanti e di qualità.

Consigli a chi vorrebbe intraprendere una carriera nel settore? Quali sono le attitudini, le soft skills e le hard skills che un potenziale candidato dovrebbe avere per poter emergere nel settore?

Si tratta di un settore basato sulla creatività. Si cerca sempre creative, con voglia di fare e di mettersi in gioco, capaci di uscirsene con nuove idee con un pizzico di follia per andare fuori dagli schemi. Il potenziale candidato è qualcuno capace di conoscere il pubblico, empatico, con passione e conoscenza della musica. Un fantastico settore perfetto per molti giovani nella quale mettersi in gioco.

Matteo Mamprin (con l’aiuto di Alessio Venturini)

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