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deflazione

Un altro dilemma per la BCE: la deflazione

Novembre 2, 2020 by Tommaso Trabona Leave a Comment

Outlook economico negativo

Nonostante gli ultimi dati sull’andamento economico dell’Europa abbiano mostrato ,durante il terzo periodo dell’anno in corso, un rimbalzo economico del 12,7% rispetto al trimestre precedente (dovuto alla ripresa delle attività nel periodo estivo), le previsioni per la congiuntura economica dei prossimi mesi appaiono tutt’altro che rosee.
Le ultime statistiche rilasciate mostrano infatti un PIL aggregato dell’area Euro complessivamente ridotto del 4,3 % rispetto al livello pre-pandemico. La situazione è inoltre in rapido peggioramento: con la curva dei contagi e la pressione sulle strutture sanitarie in aumento, i principali capi di governo europei (tra cui Merkel e Macron), sebbene con sfumature differenti nei rispettivi Stati, hanno optato per un nuovo lockdown.
L’inevitabile impatto negativo che le nuove misure restrittive avranno sull’andamento già zoppo della crescita economica (si parla di un ulteriore -2,3% da qui a fine 2020), è stato percepito negli stessi termini dai mercati finanziari. L’MSCI All Country World Index, che sintetizza le prestazioni dell’azionario di tutte le borse mondiali, ha segnato -5,3% di perdita complessiva durante la settimana, registrando la peggior prestazione da Marzo.

Spettro della spirale deflazionistica e i possibili effetti negativi

A rendere ancora più cupo lo scenario, segnalano dal quartier generale della BCE a Francoforte, è lo spettro della deflazione: definita come la diminuzione del livello generale dei prezzi, il suo arrivo è spesso conseguente ad un periodo di severa recessione economica come quello in corso. In situazioni di crisi infatti, le aziende e i gruppi di consumatori decidono di posticipare gli acquisiti e gli investimenti non indispensabili, raffreddando così ulteriormente il motore dell’economia.
In termini tecnici si sente spesso parlare di spirale deflazionistica: i prezzi calano a seguito della diminuzione di domanda, gli individui sono portati a credere che questi continueranno a decrescere nei periodi a seguire e di conseguenza rinviano le spese (paradossalmente gli agenti economici sono spinti a risparmiare nonostante prodotti e servizi siano più convenienti). Questo circolo vizioso ha effetti potenzialmente devastanti sotto due aspetti: sulle imprese, spinte a ridurre i margini e conseguentemente aggravate pesantemente dal fenomeno; e sui debiti (la diminuzione dei prezzi affligge infatti i debitori che, a fronte di tassi d’interesse reali maggiorati dalla deflazione, si trovano a dover rimborsare un capitale più ‘pesante’ in termini reali).
La teoria economica tradizionale vorrebbe che, tramite una politica monetaria accomodante (riducendo i tassi d’interesse), una banca centrale dovrebbe riuscire a riportare l’inflazione in terreno positivo e costante (la missione originale della BCE era quella di mantenerla sul 2%, livello che assicurerebbe uno stato di salute all’economia). Ma con i tassi già prossimi allo zero, l’iniezione di denaro a basso costo nel sistema non sta favorendo una soluzione del problema. La BCE è si trova quindi ferma nella cosiddetta ‘‘lowflation trap”, la situazione nella quale non è più possibile favorire un aumento della domanda ( e conseguente crescita dei prezzi) tramite stimoli monetari.
Nel frattempo l’Unione si appresta a entrare nel terzo mese consecutivo in regime di deflazione. Con i ministri delle finanze ancora occupati a litigare sul Recovery Fund e la situazione in rapido peggioramento, urgono risposte immediate da Francoforte e la presidente Christine Lagarde annuncerà probabilmente un nuovo pacchetto di misure a partire da dicembre, per accompagnare il già massiccio programma di acquisto di Titoli di Stato da 1.35 trilioni di euro lanciato per fronteggiare la pandemia.
Sicuramente la BCE si attiverà con tutti gli strumenti a sua disposizione e una misura concreta potrebbe essere quella di incentivare ulteriori stimoli fiscali in coordinamento con i singoli stati dell”Area Euro’. Si agirebbe così coerentemente con la politica monetaria per provare a tamponare il problema prima che questo diventi endemico e concorra ad aggravare ulteriormente il quadro futuro. Bisognerà poi vedere se queste stesse misure permetteranno al sistema di rimanere a galla, come negli ultimi anni, o favoriranno un’effettiva uscita dalla trappola deflazionistica.

Andamento dell’inflazione UE nell’ultimo decennio- Grafico Eurostat

Filed Under: Uncategorized Tagged With: BCE, coronavirus, deflazione, Economia, lagarde, mercati

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