Giovedì scorso, 29 aprile, si è svolto il consueto appuntamento ‘’Caffè con il manager’’, incontro durante il quale i professionisti invitati riportano la loro esperienza lavorativa all’affamata platea dei soci Invenicement, sempre pronta ad assorbire qualsiasi consiglio valido per il futuro. Il team Eventi questa volta ha deciso di invitare un pezzo da novanta: Paolo Cuniberti, CEO di Habacus.
Il curriculum vitae di Paolo parla da solo. Uscito dalla Bocconi col massimo dei voti, vola a Londra ed entra da neo-laureato in J.P. Morgan, dove lavora per quasi vent’anni. Rimanendo nell’investment banking, ha ricoperto in seguito alti ruoli dirigenziali per MedioBanca, sempre nel Regno Unito. Dopo di che, Paolo decide di cambiare strada per la sua carriera. Come? Semplice; da uomo di finanza, dopo una vita lavorativa sempre attenta ai mercati, ha spostato la sua attenzione verso un’altra asset class: l’individuo (giovane). Nel 2017 fonda infatti Habacus, attraverso la quale si propone di favorire gli studenti nell’accesso all’alta formazione, erogando prestiti sostenibili (a tassi bassi e ammortizzabili sul lungo periodo) e certificando la performance accademica di questi ultimi. Ma in realtà, ci spiega Paolo chiacchierando, Habacus fa molto di più: crede nei progetti dei giovani, valida il loro potenziale e li aiuta ad esprimerlo. Per esempio, se sei una mente fresca e hai un’idea per una start-up, Habacus potrebbe assisterti nel tuo percorso, tramite fondi o consulenze. O ancora, se vuoi studiare all’estero o fuori sede, o vuoi frequentare un master che costa relativamente troppo, Paolo e il suo team potrebbero finanziare i tuoi spostamenti. Insomma, tutto ciò che riguarda la verticale dell’essere umano dai 18 ai 30 anni, stuzzica la curiosità del nostro ospite, che vede il giovane individuo come una risorsa nella quale investire. Un acceleratore di sogni, così sarebbe corretto definire il progetto Habacus.
Ma Paolo Cuniberti non è venuto solo per raccontarci la sua storia, con essa ha voluto lasciarci la sua visione. Nel pensare al suo progetto, il nostro ospite è partito da alcuni presupposti che ci ha tenuto a specificare. Il primo: in Italia è pieno di ragazzi talentuosi e volenterosi, ma ‘sotto-finanziati’ e trascurati. Il secondo: sempre in Italia c’è una scarsissima cultura finanziaria e si tratta di un’ignoranza che pesa come un macigno sulla crescita e lo sviluppo, specie dei giovani. La gente non capisce che i sogni sono accessibili, basta farsi finanziare. Dal tono di Paolo si evince che per lui il tema è particolarmente sentito. Ci ha spiegato quanto sia assurdo che in un paese come l’Italia, in cui i privati sono super indebitati (spesso per acquistare beni deperibili -tipo automobili-, attingendo a capitali costosissimi), la cultura dei prestiti studenteschi sia così poco diffusa. Per Paolo l’investimento in capitale umano è sicuro e remunerativo. Ci sono alte probabilità che un giovane in pochi anni faccia fruttare i soldi ricevuti: farà i migliori studi, troverà un lavoro qualificato e con gratitudine rimborserà chi ha creduto in lui. Il tutto grazie ad un debito a basso costo e a lunga scadenza. O meglio ancora, con una borsa di studio, completamente gratis.
Ma Habacus crede anche in giovani progetti imprenditoriali, sicuramente più rischiosi ed alto tasso di fallimento, ma comunque coerenti con l’attitudine di Paolo, che ci confida di avere buona propensione al rischio e forte curiosità. Si tratta di due caratteristiche che lo hanno spinto ad investire in iniziative di vario genere negli anni, specie in start-up innovative. Tra l’altro, continua Paolo, c’è una forte correlazione tra formazione e innovazione imprenditoriale. Come pretendiamo che vi sia un florido mercato di imprese dinamiche senza aver formato ragazzi capaci di fondarle? Le start-up sono una derivata delle capacità e delle competenze acquisite dai laureati italiani: rientra tutto nella visione di Habacus. E poi in fondo, conclude Paolo, un giovane individuo è una sorta di start-up: ha fatto delle scelte, guarda al futuro e si fa un proprio business plan; non c’è poi tutta questa differenza.
Nel proseguire della conversazione, l’ospite ha poi dispensato diversi consigli, interrogato dalle domande dei soci. Grazie alla sua esperienza (e ad acluni aneddoti divertenti) Paolo Cuniberti ci ha arricchito con alcuni suggerimenti per le nostre carriere future: abbiamo parlato di tirocini, curriculum, progetti, skills digitali e competenze trasversali (che bisogna saper distinguere da certe fregature vendute in giro).
Un filo conduttore di tutti gli interventi può essere riassunto in un termine: mobilità. Ovviamente serve studiare tanto, avere due o tre lauree, sapere l’inglese e le solite cose. Ma come distinguersi? Esperienze lavorative, di scambi, semestri all’estero, extra-curriculari o simili possono essere fondamentali. Paolo le ha chiamate esperienze laterali, e credo ci abbia convinto.
Si è trattato di un incontro altamente formativo e coinvolgente, ennesima bella opportunità per i soci Invenicement. Al di là dell’esperienza in sé, per uno studente italiano, spesso abbandonato nel contesto altamente incerto di oggi, sapere che qualcuno è pronto a valorizzarlo può essere fonte di motivazione e di consapevolezza. Il solo pensiero di valere un prestito può giustamente essere fonte d’orgoglio. Per tutto l’incontro Paolo ci ha trasmesso un messaggio positivo e per questo lo ringraziamo. Nel salutarci ci ha infine ricordato di credere sempre in noi stessi, perché là fuori c’è chi crede in noi. Aiutati che Habacus ti aiuta.