IL DOLLARO AMERICANO: LA VALUTA PIU’ POTENTE DEL MONDO

Secondo il Fondo Monetario Internazionale, FMI, il dollaro americano è la valuta più popolare, seguita da euro e yen giapponese. I dati aggiornati al primo trimestre 2019 riportano che il 61% delle riserve delle banche centrali di tutto il mondo è in dollari.

Circa il 40% del debito mondiale è in valuta americana, equivale a dire che le banche straniere hanno bisogno di molti dollari per condurre il loro business, ragione per cui la crisi del 2008 non si è limitata ai confini statunitensi. Dei 27 trilioni di dollari di debito delle banche non americane, 18 trilioni erano in dollari.  A quel tempo la FED dovette aumentare la cosiddetta linea di swap del dollaro (dollar swap line), che non è altro che un accordo tra due o più banche centrali per lo scambio delle rispettive valute. La FED decise di aumentarla permettendo così alle banche di ricevere importi in dollari statunitensi in cambio del loro controvalore in euro, evitando così che le banche di tutto il mondo rimanessero con le tasche vuote.

Il fatto che sia la moneta che circola maggiormente nel mercato è solo uno dei fattori che dimostra quanto il suo ruolo sia fondamentale. Più di un terzo del GDP mondiale si riferisce a paesi che hanno fissato il valore della loro valuta al dollaro o che lo hanno adottato come moneta ufficiale. Nel forex (foreign exchange market ovvero il mercato di scambio valute estere) il dollaro regna, circa il 90% degli scambi forex sono in dollari. 

Il dollaro è la valuta più potente del mondo perché il suo valore è sostenuto da un’economia solida e che da sempre è considerata tale, ma come ha ottenuto questa posizione di egemonia rispetto a tutte le altre valute? Nel mondo ci sono 185 valute diverse, teoricamente tutte possono essere potenziali sostituti del dollaro, ma non lo sono, per le ragioni che vi illustrerò.

L’ascesa del dollaro americano coincise con l’accordo di Bretton Wood del 1944, un importante accordo internazionale che siglò l’inizio della trasformazione del sistema monetario internazionale. Le rappresentanze di 44 Stati, 730 partecipanti si riunirono per elaborare nuove regole e procedure per creare un nuovo Sistema monetario. Il sistema vigente fino ad allora, il cosiddetto sistema aureo, consisteva nel fissare il valore della moneta sulla quantità di oro (gold standard). L`economia dipendeva sostanzialmente dalla circolazione e dalla disponibilità dell`oro e a quel tempo Washington ne deteneva i ¾ di tutta la quantità mondiale, mentre gli altri Stati non ne disponevano abbastanza da poter far circolare la propria moneta. Questa necessità era legata al periodo storico nel quale il valore dell’oro era collassato e quindi il sistema aveva la necessità di non basarsi più su questo valore fisso ma sulla flessibilità di un’altra valuta, il dollaro. 

 L`accordo stabilito fu quello di fissare il dollaro all`oro ad un tasso fisso, mentre tutte le altre valute a sua volta erano fissate al valore del dollaro. Il nuovo procedimento consisteva nel convertire il franco, ad esempio, in dollari e, a sua volta, i dollari in oro. 

La transizione dall’ oro al dollaro aveva portato l`America, unico Stato abilitato ad aumentare la quantità di denaro in circolazione, a diventare una banca universale. L’economia americana crebbe e così anche il commercio internazionale, che raggiunse livelli impensabili con il regime monetario precedente.

Una volta stabilito un nuovo ordine monetario, nel 1970 una nuova ondata di instabilità rese tutto il Sistema più precario. La domanda di dollari americani aumentò rispetto alle altre valute e nonostante il governo americano continuasse a stampare nuovi dollari, il valore dell`oro rimaneva lo stesso. L’economia americana soffriva per inflazione e recessione (cosiddetta stagflation), il dollaro era svalutato e parte del problema era legato al fatto che quest’ultimo era diventato una riserva globale. Questi furono i presupposti che portarono Nixon, nel 1973, a prendere la coraggiosa decisione di disancorare il valore del dollaro a quello dell`oro. Questo segnò la fine di Bretton Woods, e l’inizio di un nuovo sistema decentralizzato, in cui ogni Stato stabiliva il suo rateo di scambio e i valori delle maggiori valute venivano stabilite dal mercato forex a seconda della domanda e offerta (il cosidetto sistema di rateo di scambio “floating” ). In questo nuovo sistema, quindi, il dollaro non aveva più motivo di essere la valuta più utilizzata, ma di fatto ha continuato a detenere questa supremazia.

Sicuramente una prima spiegazione “simbolica”è l’abitudine, dovuta al fatto che fino ad allora nelle transazioni internazionali si era sempre usato il dollaro americano e non c’era quindi nessun motivo di  cambiare. Questo indirettamente ha portato il dollaro ad avere una certa reputazione, che risulta una delle ragioni principali del suo potere. Lo dimostra il caso della Cina che dal 2009 reclama una nuova valuta globale per creare un unica grande riserva che sia disconnessa da una singola nazione e che rimanga stabile nel lungo termine. Attualmente sta cercando di internazionalizzare il renminbi o Yuan cinese e l’ostacolo principale sembra proprio essere la ricerca di una reputazione e di un riconoscimento internazionale che ora non ha. Nonostante ciò, nel primo trimestre del 2019 le banche centrali detenevano circa 213 miliardi di dollari in renmimbi, che sono solo una frazione dei 6.7 trilioni di dollari attualmente detenuti, ma le previsioni stimano una crescita continua nei futuri anni.

Oltre a tutto ciò, il dollaro ha delle caratteristiche che altre valute non hanno:

1) Stabilità di valore: sin dagli anni 80 la FED (Federal Reserve) è riuscita a mantenere livelli di inflazione bassi e stabili.

2) Liquidità: il mercato finanziario statunitense ed in particolare il Treasury market ( il mercato dei titoli di stato Americani) è il più liquido al mondo e una delle ragioni è proprio la persistente preferenza del dollaro americano nel commercio internazionale. 

3) Sicuro: Nonostante l’oltraggioso debito, c’è una grande disponibilità di asset in dollari che sono considerati molto sicuri, un paradiso sicuro (safe heaven).

4) Lender of last resort: la FED può fornire dollari durante i periodi di crisi attraverso la cosiddetta linea di swap con 14 banche centrali. Che vuol dire che fornisce dollari alle banche centrali straniere che a sua volta trasferiscono alle diverse banche nei periodi di crisi.

Detto ciò, quali sono i benefici che l’America ha nel detenere questa potente valuta?

L’ex Ministro delle Finanze francese Valery d’Estaing ha parlato di un «esorbitante privilegio». Cosa voleva suggerire questa sua affermazione?

Scoprilo nel prossimo articolo.

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